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Elio Succi

Immagini fresche e immediate, colpi di sonda nel tempo, quasi per volerlo fermare e coglierne l’essenza.

Quella della coscienza.

Vortici che, nella filtrazione dell’arte, hanno mutato la loro irruenza in dolcezza, di aria e di luce, e la visione si allontana in una nostalgia di purezze.

La tecnica è quella dell’acquerello, viene da pensare al mattino e alla giovinezza. E’ un linguaggio difficile perché non consente ripensamenti, ma ha parole dalle vibrazioni particolari, passaggi e richiami armonici, vapori e gorghi della mente.

Giovanna Giorgini privilegia lo studio di gruppi di case campestri, di visioni silvane, di costruzioni in cui il tempo ha impresso i suoi significati. Su tali motivi si ferma la sua attenzione, in essi spazia e si approfondisce l’indagine. La tendenza è sicuramente figurativa, ma lo è sempre meno per l’esigenza urgente di attingere alla propria intuizione. Così la veduta appare emozionata per riferire i dati primari della realtà, che, quale motivo di ispirazione e quale referente, esiste, ma per esprimere anche le modulazioni intime dell’autrice, cosicchè ogni opera parla, almeno in parte, di lei e la produzione si configura come autoritratto spirituale disteso negli anni.

La realtà è percepita come macchie di colori, ora diffusioni modulate e abbastanza distese, che orientano alla libertà della fantasia, che hanno gli echi dei suoni, ora squilli brevi, come ad esempio quelli dei fiori rossi, che chiamano l’attenzione e hanno forza concreta. Talvolta un particolare si afferma più e diviene più presente del tutto.

Però, forse , ci si sente maggiormente veri laddove si afferma l’indeterminatezza, e l’infinito non ha confini come non li ha la poesia. Certo, certi quadri sono fatti di muri, di piante, di tetti e di stagioni, ma essi sono il veicolo che ci fa approdare nella libertà della luce.

I vari riferimenti al mondo esterno diventano notazioni di colori e dei loro rapporti, lo spazio stesso assume il valore di una latitudine infinita di cromie infinite, mosse dalla regia della dolcezza. E per capire, cogliere, penetrare questo stato d’animo il fruitore è invitato ad entrare nel silenzio e nella solitudine. In genere i quadri di Giovanna Giorgini

Serbano e distillano le suddette condizioni. L’autrice valorizza l’intimismo.E’ la sola disposizione per poter depurare la realtà oggettiva, per sublimare questi nostri giorni.

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